La palazzina di caccia di Stupinigi è una residenza, originariamente adibita alla pratica dell’attività venatoria, eretta per i Savoia fra il 1729 e il 1733 su progetto dell’architetto Filippo Juvarra. Il sito, facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, nel 1997 è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La palazzina è situata nella località di Stupinigi (frazione di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino, dal cui centro storico dista circa 10 chilometri.
La palazzina di caccia di Stupinigi (nei pressi di Torino) è situata nell’unica frazione omonima del comune di Nichelino, a 10 chilometri a sud di Torino, in Italia. Con il termine palazzina di caccia, si intende propriamente il complesso palatino; i domini di Stupinigi, invece, comprendevano l’attuale Parco naturale di Stupinigi.
Il territorio definito in età medioevale Suppunicum,[2] presentava già un piccolo castello, tuttora visibile a levante della palazzina (via Vinovo di Stupinigi), che anticamente era stato realizzato con l’intento di difendere il paese di Moncalieri: esso era possedimento dei Savoia-Acaia, un ramo cadetto della dinastia regnante del Piemonte, e passò sotto la proprietà del duca Amedeo VIII di Savoia solo quando l’ultimo degli Acaia morì, nel 1418. Amedeo VIII decise quindi di lasciare il castello in proprietà nel 1439 ad un membro della famiglia con cui era imparentato, il marchese Pallavicino di Zibello.
I Savoia, ad ogni modo, riuscirono a rientrarne in possesso quando Emanuele Filiberto ne reclamò la proprietà nel 1564 espropriandolo ai Pallavicino. Per volontà del duca, il castello e le terre adiacenti vennero quindi lasciate all’Ordine Mauriziano. Dal momento che il gran maestro dell’Ordine era contestualmente anche il capo di Casa Savoia, il fortilizio di Stupinigi si trovò ad essere gestito direttamente dai vari sovrani sabaudi. Fu proprio durante il periodo di Emanuele Filiberto che le ricche terre adiacenti al castello divennero uno dei luoghi prediletti dal sovrano e dalla sua corte per le battute di caccia, insieme ai boschi di Altessano (dove a metà Seicento venne costruita la reggia di Venaria Reale).
(fonte Wikipedia)