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Villa della Regina (Torino)

Villa della Regina è una seicentesca villa torinese situata nella parte orientale-collinare della città, nel quartiere Borgo Po. Costruita per volere di Maurizio di Savoia – prima cardinale e poi, dal 1641, principe d’Oneglia: da qui il nome originario di Villa del Principe Cardinale – e passata poi a sua moglie Ludovica (o Luisa Cristina) di Savoia, in seguito fu scelta come luogo di residenza estiva prima da Anna Maria d’Orleans e poi da Polissena d’Assia, regine di Sardegna, da cui il nome con il quale è conosciuta.

Fu progettata intorno al 1615 dall’architetto orvietano Ascanio Vitozzi, il progettista del Palazzo Reale di Torino, che però morì nello stesso anno. La villa, originariamente concepita come una sontuosa residenza di campagna con annessi vigneti, venne allora realizzata dagli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte (padre e figlio) su commissione del cardinaleMaurizio di Savoia, secondogenito del duca Carlo Emanuele I nonché fratello del duca Vittorio Amedeo I. Il cardinale era un uomo di grande cultura che rinunciò successivamente alla porpora cardinalizia per vivere in questa villa con la nipote Ludovica (o Luisa Cristina) di Savoia la quale nel 1642, all’età di 13 anni (lui quarantanovenne), era diventata sua moglie. Da principio venne perciò chiamata Villa Ludovica e in un padiglione di essa il cardinale Maurizio era solito organizzare dotte riunioni di accademici, scienziati e intellettuali. Questo salotto, del quale fecero parte lo storico sabaudo Emanuele Tesauro e il futuro papa Innocenzo X[3], era detto l’Accademia dei Solinghi e vi si discuteva di letteratura, scienza, filosofia e matematica. Maurizio di Savoia e sua moglie morirono entrambi in questa villa, rispettivamente nel 1657 e nel 1692.

I bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale, portarono alla distruzione della volta affrescata dal pittore di Molfetta, Corrado Giaquinto rappresentante “l’Olimpo” e della parte centrale del salone principale, opera dei fratelli Valeriani, rappresentante “l’Aurora”. Sempre nel corso degli stessi bombardamenti, andò completamente distrutto l’edificio attiguo alla villa, detto Palazzo del Chiablese. Realizzato nel corso del XVIII secolo, il Palazzo ospitava la Cappella con pala d’altare del pittore Daniel Seiter, che rappresentava la Madonna con Gesù bambino e Santa Genoveffa, anch’essa andata distrutta. A causa di tutte queste distruzioni il collegio venne chiuso nel 1943.[5] La villa conobbe in seguito un lungo degrado, durante il quale i suoi esterni furono ricoperti con accumuli di vegetazione infestante che arrivarono fino ad un volume di 400 000 metri cubi di piante.

A tale situazione si è posto rimedio a partire dal 1994, anno della presa in gestione da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, con lavori di disinfestazione e restauro durati oltre dieci anni conclusisi con la riapertura del 2007. Nel giardino è stata riportata in vita la vigna, così che nel 2008 è stato possibile eseguire la prima vendemmia di Freisa. La villa è stata spesso scelta come set cinematografico: la prima occasione documentata riguarda un cortometraggio nell’epoca pionieristica del cinema muto torinese, prodotto nel 1909 dalla Ambrosio Film col titolo di Spergiura![7]. La più recente è del 2014, quando viene girata all’interno e all’esterno della villa la miniserie La bella e la bestia.

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